Piastrelle, le molteplici forme della ceramica
Durante la ristrutturazione della propria casa, quando arriva il momento di scegliere i rivestimenti, si innesca un mix di emozioni tra entusiasmo e smarrimento perché si tratta di una scelta molto importante che determinerà il carattere e lo stile della propria abitazione. Al tempo stesso, la gamma di prodotti disponibili sul mercato è così ampia da creare difficoltà nella scelta.
Tra i rivestimenti ci sono i materiali ceramici, comunemente definiti piastrelle.
Le piastrelle sono prodotte in varie forme, colori, e dimensioni. Esistono tipologie per pavimento o rivestimento a parete. Possono essere smaltate o nel colore naturale dell’argilla, con motivi neoclassici o ultramoderni; possono avere finiture matt o glossy, o con suggestive superfici tridimensionali, vanno dai colori neutri a tonalità accese.
Quando si sceglie una piastrella, il valore estetico è sicuramente un fattore trainante ma, nella maggior parte di casi, si ricerca un materiale
che sia non solo bello ma soprattutto resistente. Resistente all’usura, agli urti accidentali, alle scalfitture, alle macchie, agli attacchi chimici dei prodotti detergenti. Per questo è importante conoscere le caratteristiche funzionali e non solo l’aspetto estetico del materiale.
Foto: MD Grigio Lux 50x110
Piastrelle, il processo produttivo
Per quanto ci siano diverse normative europee ed internazionali a cui la produzione dei materiali ceramici deve essere conforme, generalmente il prodotto viene presentato con la seguente classificazione tecnico – commerciale: piastrelle in gres porcellanato (smaltato o non smaltato), in monocottura, in bicottura, in cotto e clinker.
La ceramica per definizione è un materiale fabbricato a partire da polveri alle quali è data una forma a freddo, la formatura, che è consolidata attraverso un trattamento ad alta temperatura, la cottura.
La formatura di una piastrella può essere eseguita per pressatura, estrusione, stampatura e colaggio. Se la stampatura e il colaggio sono processi che portano alla formazione di prodotti con forme compresse ed asimmetriche. Processi come la pressatura e l’estrusione sono usati per la maggior parte delle piastrelle disponibili sul mercato; il cotto è un materiale realizzato tramite estrusione; Il gres porcellanato, la monocottura e la bicottura sono realizzate tramite pressatura.
Il supporto di una piastrella, ovvero il corpo, può essere a pasta bianca, pasta rossa, greificato, che vuol dire compatto e saldo. Le piastrelle monocottura sono di solito a pasta bianca, quelle bicottura a pasta rossa, il gres porcellanato è greificato.
Il supporto del gres porcellanato non smaltato è a tutta massa, cioè ha lo stesso colore lungo tutto lo spessore, fino alla faccia opposta a quella di superficie, questo permette di non vedere “il bianco” o “il rosso” lungo i tagli della piastrella o per scalfitture accidentali.
Foto:S/Tones Quarz 75x75
Piastrelle, al naturale o smaltate?
Dopo la formatura c’è l’essiccamento della piastrella, dopodiché la cottura. A questo punto si decide se le piastrelle devono essere smaltate o non smaltate; lo smalto conferisce un rivestimento dell’effetto vetroso.
- Il processo delle piastrelle non smaltate prevede: la preparazione; la formatura, l’essiccamento e la cottura (avviene per il cotto, il gres porcellanato non smaltato).
- Il processo delle piastrelle smaltate può essere di due tipologie:
1) Piastrelle smaltate in bicottura: dopo l’essicamento segue la cottura del supporto. Dopodiché è applicato lo smalto per poi concludere il ciclo con una seconda cottura. La struttura risulta essere sempre porosa (avviene per le piastrelle bicottura).
2) Piastrelle smaltate in monocottura: dopo l’essiccamento il supporto è smaltato; segue una sola cottura, che coinvolge sia il supporto che lo smalto. Un unico ciclo termico in cui supporto e smalto sono stabilizzati assieme (avviene per le piastrelle monocottura e il gres porcellanato smaltato).
Foto: Listo 6,5x40 avorio e gesso
Piastrelle, caratteristiche tecniche
Una caratteristica importante della piastrella è la porosità ovvero la capacità di assorbire l’acqua (AA%). Le categorie di assorbimento sono divise in nove gruppi, di cui:
- quattro gruppi relativi alle piastrelle estruse (gruppo A), dal meno poroso al più poroso, si ha: AI, AIIa, AIIb, AIII. Il cotto è tra un AII - AIII quindi è molto poroso, ecco perché bisogna stare attenti ai detergenti che si utilizzano per pulirlo.
- Cinque gruppi relativi alle piastrelle realizzate per pressatura (gruppo B), dal meno poroso al più poroso, si ha: BIa, BIb, BIIa, BIIb, BIII. Il gres porcellanato è un BIa ossia non poroso molto resistente all’acqua. Una piastrella in bicottura è un BIII, ecco perché vengono utilizzate essenzialmente per rivestimenti interni a parete e non a pavimento.
Altra caratteristica è la rettifica. La rettifica è un processo che riguarda il bordo della piastrella, i bordi vengono squadrati, il che rende le piastrelle tutte della stessa dimensione, posabili con fuga minima consentita 2 mm; le piastrelle non rettificate hanno i bordi naturali e richiedono una fuga maggiore (4-5 mm) perché i lati non sono tutti perfettamente uguali. Le piastrelle in gres porcellanato possono essere rettificate.
Foto: Brani beige 6,5x40
Piastrelle, dove applicarle?
La destinazione prevalente, che sia pavimento interno o pavimento esterno, rivestimento interno o rivestimento esterno, dipende dal peso specifico, dallo spessore, dalla porosità del materiale e dalla resistenza a compressione. Il gres porcellanato è adattabile a tutti gli usi prevalenti, le piastrelle bicottura sono essenzialmente destinate per rivestimenti interni a parete, la monocottura è usata per pavimento interno, così come il cotto. Il gres porcellanato e la monocottura, che possono raggiungere spessori considerevoli (20 mm), trovano anche largo impiego all’esterno come pavimento, il gres anche per rivestimento esterno.
fonte: https://www.edilportale.com/news/2020/06/focus/piastrelle-le-molteplici-forme-della-ceramica_76837_67.html